lunedì 16 settembre 2019

La passata del passato



Ogni anno, a Settembre, camioncini dall'andatura pacata e circospetta incedevano lungo le vie del paese. Dai microfoni i richiami dilatati, gracchianti e metallici replicavano, instancabilmente, una sequela di elogi alla mercanzia trasportata. Pomodori.
I vetturali invitavano, con ritmo di voce moncorde e insistente, gli abitanti al necessario e provvido acquisto. Gente che confluiva alla spicciolata nelle strade e si raccoglieva intorno al veicolo.
Occhi scrupolosi, mani discrete e giudiziose appuravano la fondatezza dell'esaltazione declamata.
Dopo aver abilmente mercanteggiato, quintali di pomodori disseminati in ogni casa suggellavano l'inizio di una nuova antica pratica. Ma c'era anche chi attingeva dalle proprie fortune terriere, e l'ancestrale percorso sensoriale ne amplificava il valore.
Sono trascorsi anni da quando, nel periodo che anticipava di qualche settimana il ciclo scolastico, molte erano le famiglie che, come in una importante e lieta ricorrenza, davano il via ai preparativi per il rito della salsa fatta in casa.
Tutti festosamente coinvolti. Un via vai allegro e indaffarato in un fluente avvicendamento di pomodori, effluvi, aneddoti e risa , alternati come nel cerchio di oggetti lanciati da un giocoliere, equilibrato da un incessante, alacre impegno.
Ai bambini erano affidati i compiti di “alta responsabilità”: sottrarre il peduncolo, girare la manovella del passapomodoro (che sudata!) porgere arnesi di leggero peso e, soprattutto, infrangibili!
Ogni pomodoro entrava nella larga tinozza della lavatura solo dopo una scrupolosa selezione.
Frattanto, su un grande fornello treppiedi a gas, un pentolone gonfio d'acqua bollente era già predisposto per accogliere il tuffo dei pomodori. Un clima tropicale creato dai nembi fumanti e profumati che si levavano dal bollente sciabordio, annunciava il recupero dei polposi vegetali. Con l'ausilio di colini erano trasferiti in voluminosi scolapasta o poetici drappi di cotone a sgocciolare l'acqua in eccesso. La polpa, attraversando il collo dell'imbuto della macchina passamodoro con apposito filtro per eluderne simultaneamente, semi e buccia, dava origine a cascate di salsa. Rimestata continuamente e portata a ebollizione per qualche minuto. Il fluido purpureo dall'esalazione dolce e acre, veniva riversato in bottiglie di vetro saldamente chiuse con tappi a corona di metallo. Calate dal collo in una modesta quantità d'acqua sul fornello per il processo di pastorizzazione, che consentiva la conservazione, lungo tutto l'inverno, di un'immagine tramandata e mai “passata”.

Che il Sole vi baci! 

venerdì 17 febbraio 2017

A macchia d'olio




Ho sempre sostenuto l'introduzione dell'educazione alimentare nella scuola.
Apprezzo molto questa iniziativa perchè lo fa valorizzando la creatività dei ragazzi.
Ovvio che una vostra condivisione “ a macchia d'olio” potrebbe veicolare il messaggio ai diretti interessati (studenti e professori) e favorire la migliore riuscita del progetto.
Io ho scelto di supportarlo e condividerlo.
Qui la pagina facebook


Che il sole vi baci! 

martedì 6 dicembre 2016

Ovis mollis all'olio extravergine d'oliva


Mi si è incantato il disco. E' il periodo dei biscotti.
Di questi biscottini friabilissimi, impalpabili, scioglievoli, avevo postato la ricetta, versione white, un po' di tempo fa, oggi ve li ripropongo al cacao.
L'impasto ovis mollis, è caratterizzato dall'impiego di tuorli d'uovo sodo, questo particolare conferisce al biscotto una spiccata friabilità. 
Nel classico ovis mollis, vi è l'impiego di burro, ma, come ormai sapete, anche nei dolci, prediligo l'olio extravergine d'oliva, questo, renderà la stesura poco più impegnativa, rispetto a quella ottenuta con burro, però, con un pizzico di pazienza, il risultato è perseguibile!
Vi lascio alla lettura della ricetta e, intanto, vado a gustarmi i miei, sorseggiando una tisana all'arancia e zenzero. 


"Con la partecipazione di"
50 gr di tuorli sodi (3 tuorli)
50 gr di olio extravergine d'oliva
50 gr di zucchero di canna integrale reso a velo nel macina caffè
15 gr di cacao amaro
75 gr di farina 0 di bassa forza + una manciatina per la stesura (in base alla farina usata, le quantità potrebbero variare di poco, è importante che l'impasto risulti morbido, umido ma non appiccicoso al tatto)
15 gr di frumina
mezzo cucchiaino di polpa di vaniglia
*Se occorre aiutarsi con 1 cucchiaio di acqua per compattare l'impasto.

"Mettiamo le mani in pasta":
Con una forchetta schiacciare molto bene i tuorli, aggiungere l'olio, amalgamare, aggiungere lo zucchero e la vaniglia, mescolare con cura.
Setacciare per due volte le polveri: farina, frumina e cacao, incorporarle poco per volta nel composto umido, inizialmente lavorare l'impasto con la forchetta, poi con la mano, fino a ottenere un panetto morbido e compatto (tenderà a sbriciolarsi un po', quindi compattarlo premendo i piccoli pezzi che tendono a staccarsi).
Disporre un forglio di carta da forno sul piano di lavoro, infarinarlo leggermente, trasferirvi il panetto, spianarlo col mattarello, nello spessore di mezzo cm (non più sottile) se necessario spolverare la superficie con poca farina.
I bordi tenderanno a formare delle piccole aperture, attaccarle tra loro mentre si spiana, premendo dolcemente con le mani.
Formare i biscotti.
1) Per facilitare il taglio, suggerisco di usare degli stampini stondati  e con poche appendici.
2) Data la morbidezza dell'impasto, sarà più semplice lasciare sul foglio di carta da forno i pezzi ritagliati con le formine, per poi trasferire il tutto direttamente in teglia.
Continuare con la lavorazione accorpando i ritagli d'impasto che rimangono dopo aver formato.
Cuocere in forno caldo a 180° per 10-12 minuti.
NON toccarli appena sfornati, saranno molto morbidi, aspettare che si freddino ben bene.
Eventualmente, conservarli in una scatola di latta.


Che il sole vi baci!
  



 

venerdì 2 dicembre 2016

Biscotti di pasta frolla all'olio extravergine d'oliva


Le feste comandate non sono il mio forte e scusate se mi ripeto.
Se penso al Natale, la mia mente va a quello dei tempi che furono, quando non era consumistico e la dieta mediterranea era lo stile di vita diffuso, i dolci non erano sulla tavola tutti i giorni e il Natale era l'occasione giusta per gustarli, ovviamente fatti in casa.
Ecco, è questo l'aspetto che mi piace del Natale: quello culinario...me lo rende più digeribile!


NOTE IMPORTANTI:
Vi propongo due tipi di frolla all'olio extravergine d'oliva:
1) 1 solo uovo e pochissimo lievito per dolci ques'ultimo conferisce al biscotto una consistenza lievemente "spumosa".
2) 1 uovo e 1 tuorlo, la consistenza risulta più friabile, sabbiosa.
A voi la scelta.
La quantità di zucchero da me suggerita è ampiamente compensata dallo zucchero della glassa usata nella decorazione.
N.B: le dosi della farina sono riferite al tipo della stessa, adeguatele quindi alla farina da voi usata, considerando che la consistenza finale del panetto, dovrà risultare morbida ma non appiccicosa.

"Mettiamo le mani in pasta" per 10-12 biscotti (la quantità dipende dalla dimensione degli stampini)
FROLLA NUMERO 1:
170 gr di farina tipo 0 di bassa forza o per dolci
1 uovo medio (il mio senza guscio pesava 56 gr)
40 gr di zucchero di canna integrale (muscovado o dulcita) reso a velo
30 gr di olio extravergine d'oliva
Facoltativo: 1 pizzico (senza esagerare) di lievito per dolci
1 pizzico di vaniglia in polvere o buccia grattugiata di mezzo limone o arancia bio, o ancora un mix di spezie: cannella, cardamomo e chiodo di garofano.
1 pizzico di sale

FROLLA NUMERO 2:
200 gr di farina tipo 0 di bassa forza
1 uovo medio
1 tuorlo di uovo medio
40 gr di zucchero di canna integrale (muscobado o dulcita) reso a velo
35 gr di olio extravergine d'oliva
1 pizzico di vaniglia in polvere o buccia grattugiata di mezzo limone o arancia bio.
1 pizzico di sale

GLASSA:
4-5 cucchiai colmi di zucchero di canna chiaro reso a velo
acqua quanto basta per ottenere una cremina dalla consistenza poco più corposa rispetto a quella del miele.
utensili per decorare:
1 cucchiaino
1 stuzzicadenti
ingredienti per ornare:
scagliette di cioccolato fondente
perline argentate di zucchero

"Mettiamo le mani in pasta":
Col macinacaffè rendere a velo lo zucchero.
Setacciare la farina col sale ed eventualmente la spezia (se optate per la frolla 1 aggiungete nel setaccio anche il lievito)
In una ciotola aprire l'uovo e aggiungere il tuorlo (se optate per la frolla 1 solo 1 uovo) , sbattere per qualche secondo, versare l'olio e lo zucchero (e la buccia grattugiata dell'agrume se si è scelto come odore), amalgamare.
Incorporare poco per volta la farina e contemporaneamente lavorare l'impasto con la mano.
Ottenuto il panetto, lasciarlo riposare 20 minuti in un piatto coperto.
Stendere il panetto nello spessore di 2 millimetri, tra due fogli di carta forno, eventualmente spolverare con pochissima farina tra un foglio e l'altro. Dare forma con i taglia pasta, praticare i fori con uno spiedino spesso, qualora decideste di volerli appendere.
Cuocere in forno caldo a 180° sul piano del mezzo, per 12-14 minuti (in funzione delle caratteristiche del forno e delle dimensioni dei biscotti) sfornare quando sono leggermente dorati e lasciar raffreddare.
Nel frattempo, macinare lo zucchero nel macina caffè.
Trasferire in una ciotolina, aggiungere poco per volta l'acqua mescolando con un cucchiaino.
Servirsi del cucchiaino per coprire totalmente di la glassa la superficie (in uno spessore di mezzo millimetro)
per i particolari: capelli, occhi, pois, intingere lo stuzzicadenti nella glassa lasciando cadere piccole gocce sul biscotto.
A piacere ornare con codette di cioccolato fondente e pallini argentati.
Lasciar asciugare ben bene prima di toccarli.


Che il sole vi baci!