giovedì 26 novembre 2015

Treccia all'olio extravergine d'oliva


E se davvero si può viaggiare con l'immaginazione e non c'avete, come me, brama di impastare il panettone, be', chiudete gli occhi e gustate questa treccia, il cui profumo di buccia grattugiata di agrumi, dei canditi e uvetta passa ve lo ricorderanno appieno.

Ci sono alcune fasi in cucina, che divertono ed entusiasmano più di altre, infornare per esempio.
Piantarsi davanti lo sportello del forno, ingannando l'attesa con la lettura di un libro, ogni tanto lo sguardo va oltre l'orizzonte delle pagine e contempla il panorama del lievitato che si gonfia e cresce, come il sole all'alba.
Non ci sono orari che tengano né galateo che t'imponga, quando il forno è abitato da un lievitato, "supererai le correnti gravitazionali e avrai cura di lui".
Nel mio nanoforno, ogni cosa appare ciclope, la realtà è sovrastata dall'illusione ottica e alla vista della treccia, che s'ingigantiva in cottura, la fantasia mi ha invitata al ricordo di quelle donne pingue e burrose ma allo stesso tempo leggere e delicate, dipinte da Botero.

Treccia all'olio extravergine d'oliva, con canditi e uvetta

"Con la partecipazione di":
360 gr di farina tipo 0
50 gr di lievito madre
180 gr di latte intero
32 gr di tuorli
20 gr di miele
50 gr di zucchero di canna integrale
polpa di mezza bacca di vaniglia bourbon
18 gr di olio extravergine d'oliva
buccia grattugiata di 1 limone e di 1 arancia non trattati
1 pizzico di sale

Per la farcia:
30 gr di uvetta
20 gr di moscato o vin santo
90 gr di canditi di cui: 30 gr cedro, 30 gr limone, 30 gr arancia (di ottima qualità, se fatti in casa, meglio!)
1 cucchiaio di marmellata di arance 

"Mettiamo le mani in pasta":
In una ciotola sciogliere il lievito madre nel latte tiepido, aggiungere lo zucchero, i tuorli, il miele, la buccia grattugiata degli agrumi e la vaniglia, mescolare con la forchetta.
Incorporare poco per volta la farina sempre continuando ad impastare con la mano, quando l'impasto ha preso corpo aggiungere il sale e continuare ad impastare sulla spianatoia, fino ad ottenere un panetto liscissimo ed omogeneo.
Spalmare, poco per volta l'olio sulla calotta del panetto, incorporarlo impastando, non aggiungerne altro se la quantità introdotta precedentemente non sarà stata assorbita ben bene dall'impasto.
Pirlare, ovvero arrotondare il panetto come mostrato in questo video tutorial, trasferirlo nella ciotola, coprire con pellicola o con apposito coperchio e lasciar lievitare, in forno spento,  fino al raddoppio circa 8-9 ore, ricordo che la lievitazione è in funzione della temperatura ambiente, potreste inserire nel forno delle bottiglie di acqua calda sul fondo oppure accendere la lucina.
Nel frattempo, tagliuzzare in piccoli pezzi i canditi, ammollare l'uvetta nel vinsanto.
Infarinare leggermente la spianatoia, trasferirvi il panetto e schiacciarlo delicatamente, ottenendo un quadrato di circa 20 cm, effettuare le pieghe a tre per 2 volte (vedi grliglia foto) capovolgere il panetto e pirlare, coprire con la ciotola a campana, lasciar riposare per 1 ora.
Dividere il panetto in 3 parti uguali, spianare delicatamente con il mattarello ogni pezzo, ottenendo delle strisce lunghe circa 35 cm,  spalmare con un velo di marmellata, distribuire i canditi mescolati all'uvetta strizzata, chiudere ogni striscia sigillando pizzicando i due lati tra di essi, ribaltare ogni salsicciotto ottenuto, in modo che la chiusura si ritrovi nella parte sottostante, unire sigillando le tre estremità dei salsicciotti, formare la treccia, attaccare, schiacciando con le mani, i tre capi alla fine della treccia, rimboccando verso sotto (vedi foto griglia)
Trasferire su teglia coperta di carta forno, coprire morbidamente con pellicola, trasferire in forno spento e lasciar lievitare fino al raddoppio (circa 2 ore).
Miscelare 1 tuorlo più un goccio di latte, mescolare e spennellare la treccia, ripetere l'operazione dopo 1 minuto.
Cuocere in forno caldo a 180°, modalità statica, nel ripiano centrale, per circa 35 minuti, per i tempi di cottura adeguarsi alle caratteristiche del proprio forno, la treccia dovrà risultare cotta così come in foto.
Nell'improbabile caso in cui dovesse avanzare, conservarla avvolta nella pellicola o in un sacchetto per alimenti.


Che il sole vi baci!

mercoledì 25 novembre 2015

Sapienze

I miei slanci di testardaggine e pignoleria in fase di sperimentazione, spesso premiano le aspettative che si concretizzano in veri e propri successi.
Questo è quello che è avvenuto nella realizzazione di questi dolci, non una, ma ben tre volte, con "sapienza" e dedizione, aumentando o diminuendo la quantità di quell'ingrediente che non s'equilibrava con gli altri,  ho finalmente raggiunto, la perfetta armonia di sapori e consistenze, ma questo, GRAZIE anche al supporto delle oculate papille di chi amorevolmente fa da cavia in tutto ciò che preparo.
   
Gli ingredienti sono gli stessi che ho usato per i torroncelli, con l'aggiunta di: cacao amaro e  bicarbonato, quest'ultimo, infatti, conferisce al prodotto finale una consistenza morbida, la classica di questo dolcino eccezionale!
La sapienza è il dolce tipico natalizio della città di Bisceglie (Puglia), a base di vincotto d'uva ed altri ingredienti dallo spiccato profumo, ad accentuarne la bontà, una sublime farcia di mostrada d'uva.

Sapienze


"Con la partecipazione di":dosi per 16 sapienze
16 gr di cacao amaro
320 gr di vincotto di uva
280 gr di farina 0
30 gr di zucchero di canna
160 gr di mandorle pelate e leggermente tostate
4 gr di bicarbonato
buccia grattugiata di 1 limone non trattato
1 cucchiaino raso di cannella
5 chiodi di garofano
la polpa di mezza bacca di vaniglia
16 cucchiaini di mostarda d'uva 

"Mettimo le mani in pasta":
In una coppa versare il vincotto, aggiungere le mandorle, precedentemente tostate in forno e lasciate raffreddare prima di ridurle in granella, il cacao, la buccia di limone gratugiata, la vaniglia, la cannella, la cupolina frantumata dei chiodi di garofano e lo zucchero, mescolare.
Incorporare poco per volta la farina, mescolata al bicarbonato, sempre continuando a girare il composto con una forchetta, quando comincerà a prendere corpo, continuare a lavorare l'impasto con la mano, fino ad ottenere un panetto omogeneo e delicatamente appiccicoso.
Staccare dal panetto dei pezzi della misura di una pallina da ping pong, schiacciarli tra le mani per appiattirli nello spessore di scarso mezzo cm, posizionarli nella teglia coperta di carta forno, aggiungere 1 cucchiaino di mostarda d'uva su ognuno e coprire con un altro dischetto di impasto ottenuto nella stessa maniera.
Infornare in forno caldo a 180° sul ripiano centrale, per 8-9 minuti, non di più! Altrimenti assumeranno la consistenza diversa da quella tipica, ovvero: morbida ma rafferma.
Una volta usciti dal forno la consistenza sarà estremamente soffice, attendere che siano perfettamente raffreddati prima di toccarli, se si desidera pennellare la superficie con poco vincotto. Gustarli.


Che il sole vi baci!



lunedì 23 novembre 2015

Biscotti vegani

Senza burro, senza uova, senza latte...senza parole, rimarrete all'assaggio di questi strabilianti biscottini.
Incredibimente friabili, delicati, deliziosi e velocissimi da realizzare, ideali per il tè. Promossi a pieni voti.
VEGamente buoni. E chi li molla più!
Aggiungete pure all'impasto base gli odori che preferite.

Immagino a cosa stiate pensando...alle gocce di cioccolato fondente, veeeeero?????


Biscotti vegani

"Con la partecipazione di": per 18-20 biscotti
140 gr di farina tipo 1 oppure di tipo 0
10 gr di amido di mais
80 gr di malto di riso
40 gr di olio extravergine d'oliva
12 gr di semi di sesamo
buccia grattugiata di un'arancia grande non trattata

"Mettiamo le mani in pasta":
In una ciotola versare: il malto di riso, l'olio, aggiungere la buccia grattugiata dell'arancia e i semi di sesamo, mescolare.
Incorporare poco per volta la farina mescolata all'amido di mais, continuando a lavorare l'impasto con la mano fino ad ottenere un panetto ben lavorato, liscio ed omogeneo, avvolgerlo con della pellicola o conservarlo in un piatto da coprire, lasciar riposare per mezz'ora.
Con il mattarello spianare il panetto nello spessore di mezzo cm, formare con uno stampo, unire i pezzi di ritaglio e continuare a formare.
Posizionarli in una teglia coperta di carta forno, infornare in forno caldo a 180° nel ripiano centrale, per 11-12 minuti e non oltre, dovranno delicatamente dorarsi.
Lasciar intiepidire prima di gustarli.


Che il sole vi baci!


martedì 17 novembre 2015

Farcitini di pasta matta con vino moscato, ripieni di frutta secca, miele, profumati all'arancia


Gli impasti dal gusto neutro sono i più raffinati e a mio parere i più indicati a contenere farcie ricche e mielose, l'abbarccio tra i due sapori antitetici, genera così, l'equilibrio perfetto.

La pasta matta è un impasto che adoro per la totale accessibilità, un impasto dalla grande semplicità ma dalle svariate caratteristiche: è duttile, morbido, friabile se spianata più sottile, leggero e non per ultimo, versatile, usato, infatti, per avvolgere ripieni salati o dolci.
La pasta matta nasce dalla lavorazione di farina, acqua e pochissimo olio, poi qualcuno ha avuto ''l'inebriante" idea di sostituire l'acqua col vino bianco.
Anch'io 'sta volta ho pensato di ubriacare l'impasto col vino, ma dolce!
E' tuttavia stabilito che, con qualsiasi liquido la si realizzi, la pasta matta, per me, rimane sempre la numero 1.     
Questo il nome di fantasia dei dolcini che vi propongo: Farcitini...eh, si fa ben presto a capire perchè.
Ho un debole per i ripieni a base di frutta secca, che, addolcita dal miele e aromatizzata dagli agrumi, mi rende davvero incontrollabile, infatti, non hanno visto l'ora!

        
Farcitini di pasta matta con vino moscato
ripieni di frutta secca e miele, profumati all'arancia


"Con la partecipazione di": per circa 12 farcitini
Per la pasta matta:
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
100 gr di vino moscato
200 gr di farina tipo 1 o tipo 0
1 pizzichino scarso di sale

Per la farcia:
20 gr di mandorle tostate leggermente
20 gr di nocciole
qualche pinolo
scarsi 20 gr di pistacchi non salati
60 gr di miele
buccia grattugiata di 1 arancia non trattata

"Mettiamo le mani in pasta":
In una ciotola versare il vino e l'olio, mescolarli e incorporare poco per volta la farina, mescolando man mano con una forchetta, quando il composto comincia a prendere corpo aggiungere il pizzichino di sale, trasferire l'impasto sulla spianatoia e continuare ad impastare fino ad ottenere un panetto liscio ed omogeneo, da riporre in ciotola coperta, lasciando che riposi per un'oretta.
Nel frattempo amalgamare il miele alla buccia grattugiata dell'arancia e alla frutta secca ridotta in granella.
Con il mattarello, spianare il panetto sulla spianatoia, in uno spessore di 2 mm (più sarà spianato, più sarà friabile dopo la cottura, vi suggerisco tuttavia, di mantenervi intorno ai 3 millimetri e non di più, per evitare che la consistenza risulti troppo "corposa" al palato.
Ricavare dei dischetti con un coppapasta (o con un bicchiere) a cerchio del diametro di 8 cm, fatto ciò, avanzeranno dei ritagli che dovranno essere rilavorati, rispianati e ritagliati.
Ottenuti 24 dischetti, farcirne 12, ognuno con un cucchiaino colmo di ripieno, inumidire il bordo con il dito intinto all'acqua e coprire con i restanti 12 dischetti, sigillare con le dita e poi ancora schiacciando, lungo tutto il bordo, con i rebbi della forchetta tenendola con le punte verso l'alto, punzecchiare con i rebbi la cupoletta, in modo che in cottura, gonfiandosi, l'aria fuoriesca evitando che pressi lungo il bordo con conseguente fuoriuscita del miele.
Posizionare i farcitini sulla teglia ricoperta di carta forno, infornarli nel piano centrale e in forno caldo a 180° per circa 15 minuti (preciso che i tempi di cottura variano in funzione delle caratteristiche del proprio forno)
Dovranno dorarsi delicatamente.


Che il sole vi baci!    



lunedì 16 novembre 2015

Focaccia con patata cruda, farina tipo 1 e farro integrale. Con cardoncelli e zucchine.


Da tempo, accudisco piccole quantità di pasta madre, spesso ne rigenero soli 20 gr, utilizzando dosi esigue con eccellenti risultati, panificati leggerissimi e fragranti, con il grande vantaggio di non ritrovarsi a dover impiegare esubero, pur non avendone necessità. 

Dopo aver gongolato dinanzi a questa e quest'altra meraviglia, ehm...scusate i PANEgirici, è la volta della focaccia impastata con soli 10 gr di pasta madre.
Vari sono gli impasti della focaccia: senza patata, con la patata lessa o cruda, si si, avete letto bene: CRUDA.
Presa dalla curiosità, ho testato anch'io quest'ultima versione: mollica soffice e spugnosa, come da manuale, con la comodità di poter scegliere di saltare la cottura della patata.

Al posto del classico condimento con pomodori, ho ammantato la focaccia con funghi e zucchine.
Provate e raccontatemi!


Focaccia con patata cruda, farina tipo 1 e farro integrale. Con cardoncelli e zucchine



"Con la partecipazione di": per una teglia del diametro di 30 cm
350 gr di farina tipo 1(o tipo 0 )
150 gr di farina di farro integrale
10 gr di lievito madre
330 gr di acqua
1 cucchiaino raso di malto d'orzo
70 gr di patata grattugiata
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva + 4 per oliare la teglia
10 gr di sale
4 funghi cardoncelli grandi
1 zucchina piccola

"Mettiamo le mani in pasta"
Grattugiare la patata ( rilascerà dell'acqua, anch'essa d'aggiungere all'impasto) in un piatto.
In una capiente ciotola versarvi 50 gr di acqua diluirla col malto e sciogliervi il lievito, trasferire le farine mescolate tra loro, formare un foro centrale e includere la patata grattugiata.
Versare poco per volta la restante acqua continuando a lavorare l'impasto che man mano risulterà sempre più molle. Dopo averlo lavorato per una ventina di minuti sbattendolo con la mano a "paletta", aggiungere il sale e continuare ad impastare per altri 5 minuti.
Aggiungere in più volte l'olio, dopo averlo incorporato bene, continuare a lavorare effettuando a ripetizione per qualche minuto, delle pieghe in ciotola: sollevando e ripiegando verso il centro i lembi lungo tutta la circonferenza.
Coprire con pellicola o con l'apposito coperchio, trasferire in forno con lucina accesa o con due bottiglie di plastica piene d'acqua calda posizionate nel piano inferiore, oppure usando la borsina d'acqua calda.
Dopo circa 10 ore oliare la teglia e trasferirvi l'impasto servendosi di un tarocco, bagnare abbondantemente le mani in una miscela d'acqua (1 bicchiere) e olio extravergine d'oliva (1 cucchiaio) e schiacciare delicatamente l'impasto facendolo arrivare quasi alle pareti bordo, affettare zucchine (a rondelle) e funghi edopo averli accuratamente puliti, lavati e ben tamponati con un telo, affondarli nella superficie che va ricoperta totalmente e abbondantemente poichè durante la cottura le verdure disidtratandosi rimpiccioliscono.
Trasferire la teglia in forno con lucina accesa (o con bottiglie d'acqua calda) per 1 ora e mezza abbondante.
Accendere il forno a 200° modalità statica, oliare la superficie ancora con 2 fili d'olio, 1 pizzico di sale, infornare sul piano centrale per circa 50 minuti.


Che il sole vi baci!








  

lunedì 9 novembre 2015

Pane semintegrale con nocciole e cioccolato


Lui è "buono", entra in sintonia con tutti, non c'è nessuno che non gli vada a genio...è il classico, come suol dirsi: pezzo di pane!

La grandiosità del pane è data dalla versatilità, s'accosta e amalgama ad un'infinità di sapori, incontra i gusti di tutti, tra gli alimenti, è il passepartotu che allieta ogni pasto della giornata.
La farcia con cui ho insaporito il pane che segue, è una sana alternativa a "quella" crema lì, la ricorda molto nel sapore.
E' un pane profumato che si lascia gustare a colazione, merenda...e "ahimè" in ogni momento della giornata, similmente delizioso se cosparso con un velo delicato di marmellata d'arance o confettura di pere, che con il cioccolato e le nocciole, mandano in visibilio la gola.

Il prossimo?! Profumerà d'olive.
 


 Pane semintegrale con nocciole e cioccolato

"Con la partecipazione di ":
250 gr di farina integrale
250 gr di farina tipo 0
40 gr di lievito madre rinfrescato
330 gr di acqua
2 cucchiaini di malto d'orzo (ne ho aggiunti 2 per accentuarne l'odore)
70 gr di cioccolato fondente
70 gr di nocciole
5 gr di sale


"Mettiamo le mani in pasta":
Autolisi: mescolare le farine in una ciotola capiente, versare poco per volta 280 gr di acqua, contemporaneamente mescolare velocemente in maniera delicata e grossolana.
A fine lavorazione l'impasto risulterà "stracciato", non omogeneo, coprire la ciotola con della pellicola o con l'eventuale coperchio, lasciar riposare per 45 minuti.
Sciogliere il lievito madre nei restanti 50 gr di acqua diluiti al malto d'orzo, versare poco per volta nell'impasto, man mano lavorarlo.
Continuare ad impastare per 20 minuti, aggiungere il sale e procedere con la lavorazione sul piano di lavoro per altri 10 minuti, pirlare (arrotondare, qui il video tutorial) spostare un attimo dal centro del piano il panetto, infarinare quella parte, riporlo su quest'ultima, coprire a campana con la ciotola e lasciar puntare per mezz'ora.
In questo lasso di tempo il panetto si sarà "accomodato" aprendosi" notevolmante, allargarlo ulteriormente in maniera delicata, infilando le mani verso sotto, fino ad ottenere un quadrato di circa 21 cm, effettuare le pieghe a tre piegando prima un lato lasciando che la parte arrivi a metà del quadrato, poi piegare l'altro sovrapponendolo al primo, a seguire i restanti due nella stessa maniera (vedi foto, per ingrandirla clicca)
capovolgere il panetto rimboccare delicatamente lungo il bordo, ottenere un panetto sufficientemente tondo.
Riporre in ciotola, coprire e lasciar lievitare per circa 9 ore (ricordo che i tempi di lievitazione variano a seconda della temperatura ambiente. Dovrà raddoppiare di volume)
Infarinare la spianatoia, trasferirvi l'impasto, aprirlo delicatamente formando un quadrato come descritto prima, praticare le pieghe a tre (come in foto) capovolgere e arrotondare facendo roteare il panetto con le mani infilate verso il basso (come in questo video al 30° secondo), coprire a campana con la ciotola, lasciar riposare per una buona mezz'ora.
Infarinare abbondantemente un telo in cotone, sistemarlo in un cestino ovale svasato verso l'alto, dalla base di cm 12x17 (con apertura di circa 20 cm) e altezza di circa 8 cm.
Riaprire delicatamente il panetto, riformare il quadrato, disporre i pezzi di cioccolato e nocciole su tutta la superficie, formare la pagnotta avvolgendola delicatamente su se stessa prestando attenzione a NON serrare molto in fase di arrotolamento, pizzicare lungo tutta l'apertura facendo in modo che le due parti d'impasto siano ben sigillate, stessa cosa per le estremità.
Adagiare la pagnotta, con l'apertura sigillata verso l'alto, infarinare la superficie, coprire con le cocche del telo, lasciar lievitare per 2 ore.
Accendere il forno a 230°, portarlo a temperatura.
Nel frattempo foderare con la carta forno la leccarda, aprire i lembi del telo che coprono la pagnotta, porre la leccarda con la carta forno sull'imboccatura del cestino a mo' di tappo, posizionare una mano sulla leccarda, l'altra sotto il cestino e capovolgere, posare su di un piano la leccarda ritrovandosi il cestino capovolto in essa, sottrarre il cestino e delicatamente il telo, effettuare delle incisioni con una lametta, trasferire in forno.
Dopo 10 minuti abbassare la temperatura a 200° fino a cottura ultimata (circa 40-45 minuti).
Lasciar raffreddare su di una gratella prima di affettarlo.


Che il sole vi baci! 


giovedì 5 novembre 2015

Cantuccino: il BIScotto


Trovo che il cantuccino sia l'emblema del BIScotto, infatti è cotto due volte.
In ogni cantuccio (è il caso di dire) della rete, si trovano svariate rivisitazioni della ricetta tradizionale di questo delizioso tozzetto, da intingere in vini liquorosi, il primo tra tutti: il vin santo, ottimi anche gustati col moscato e perchè no, inzuppati nel tè o il caffè.
Il cantuccino nasce con un'anima di mandorle, c'è poi chi come me, rielabora a proprio gusto gli abbinamenti mescolando frutta secca a spezie, cioccolata, odori vari e semi, usando magari anche farine alternative.
Deliziosissimi anche con nocciole, pezzettini di cioccolato e buccia grattugiata di mandarino.

 

        Cantuccini con mandorle, fichi secchi e anice stellato

"Con la partecipazione di":
250 gr di farina tipo 1 (o tipo 0) (se serve, aggiungere altra manciata di farina, fino a rendere l'impasto comunque poco appiccicoso l'impasto)
90 gr di zucchero di canna integrale
125 gr di mandorle non pelate
4 fichi secchi
2 uova
6 petali di anice stellato
30 gr di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di cremor tartaro

"Mettiamo le mani in pasta":
In una ciotola rompere le uova, aggiungere lo zucchero e l'olio, amalgamare con una forchetta, unire le mandorle, i fichi secchi precedentemente tagliati in piccoli pezzi e l'anice stellato ridotto in polvere nel macinacaffè, mescolare.
Versare la farina con l'aggiunta del cremor tartaro, poco per volta continuando a lavorare il tutto, prima con la forchetta, quando l'impasto prende corpo continuare con le mani.
Ottenuto un impasto omogeneo, formare un filoncino di circa 30 cm, appiattire delicatamente le estremità, schiacciarlo leggermente in superficie, trasferirlo sulla teglia foderata di carta forno.
Cuocere a 180° in forno a temperatura, per circa 25 minuti.
Lasciar intiepidire, affettarlo in diagonale nello spessore di 1 cm e mezzo, disporre ogni fetta in teglia con carta forno, infornare a 170° (forno a temperatura) per 12 minuti.


Che il sole vi baci!

lunedì 2 novembre 2015

Gnocchi di pesce


Sin da quando la mia mente ha imbastito questa ricetta, sentivo le papille esultare, lo stomaco gorgheggiare e le mani sMANIare, non mi restava che caldeggiare l'istinto e mettermi all'opera.
Quello della cipolla, (in particolare dello sponsale) olive, uvetta e pinoli è il tipico condimento pugliese che accostato al baccalà, regala al palato grande appagamento. 
Certa di questo, ho seguito l'impulso famelico che mi ha portata a raddoppiare le dosi (e come se non bastasse tirare a lucido il piatto).

Travestire il pesce da gnocco, è anche un ottimo espediente per rendere la pietanza gradita anche ai più riluttanti a questo alimento.
L'accostamento alla patata e alla farina camuffa il sapore del pesce, che c'è, non si vede e si sente poco.
Propongo il baccalà perchè è reperibile ovunque e in ogni stagione, non ha (o quasi) spine ed è facilmente lavorabile, potrete tuttavia sostituirlo col pesce che preferite, qui ad esempio li ho realizzati con la gallinella e conditi con un semplice sughetto di pomodoro,  non ponete limiti alla vostra fantasia e buon gusto. 
  
Gnocchi di pesce
 
"Con la partecipazione di": (dosi per 4 persone)
Per gli gnocchi:
400 gr di patate
300 gr di baccalà privo di pelle (dissalato ben lavato e strizzato)
270 gr di farina tipo 1 o tipo 0 (La quantità di farina è relativa, potrebbe esserci bisogno di aggiungerne altra o usarne meno, da tener conto che l'impasto dovrà risultare morbido ma lavorabile, non appiccicoco)

Per la salsa di cipolle:
270 gr di cipolle bianche o sponsali (ho usato semplice cipolla bianca attendendo il periodo giusto dello sponsale)
30 gr di uvetta
30 gr di vino bianco
30 gr di pinoli
170 gr di olive nolchi con nocciolo (o quelle nere che preferite)
70 gr di pomodori rossi (o pelati sgocciolati ben bene)
2 cucchiai colmi di olio extravergine d'oliva
1 bicchiere d'acqua 
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
sale qb
pepe qb

"Mettiamo le mani in pasta":
Tostare leggermente i pinoli.
Ammollare l'uvetta nel vino.
Dopo aver dissalato, ammollato, ben lavato e strizzato il baccalà (se preferite acquistate il filetto già dissalato, tuttavia rilavatelo più volte) tuffarlo in una casseruola con acqua che bolle, il prezzemolo e l'aglio scamiciato, lasciar lessare per circa 5 minuti.
Trasferire il baccalà, tralasciando gli odori, in uno scolino e lasciare che dreni l'acqua in eccesso.
Nel frattempo lessare le patate con la buccia, mentre ques'ultime cuociono, eliminare eventuali spine dal baccalà, frullarlo e metterlo da parte.
Pelare le patate ancora molto calde, schiacciarle con l'apposito aggeggio lasciando cadere la poltiglia sulla spianatoia, aggiungere il baccalà frullato, mescolare grossolanamente con una forchetta, lasciar intiepidire quindi mescolare con le mani aggiungendo poco per volta la farina, grattare di tanto in tanto con un tarocco, l'impasto che rimane eventualmente attaccato al piano di lavoro.
Raggiunta la consistenza ideale (morbida ma non appiccicosa) formare un panetto, infarinare quanto necessario il piano di lavoro, sottrarre volta per volta dei pezzi dall'impasto e formare dei serpentelli dello spessore di 2 cm circa, sezionarli a tocchetti lunghi quanto larghi.
Man mano che si formano gli gnocchi infarinarli leggermente in modo che non si attacchino l'un con l'altro.
Pulire e frullare le cipolle, soffriggerle in una padella grande a bordo alto su fornello medio a fuoco basso,  rimestando sovente, dopo 5 minuti aggiungere l'uvetta strizzata e le olive (se usate le nolchi, dopo averle sciacquate ed asciugate) mescolare, lasciar cuocere qualche minuto sempre rimescolando, sfumare con il vino in cui vi è stata ammollata l'uvetta, girare e voltare, coprire con un coperchio, lasciar cuocere per 5 minuti, rimestando di tanto in tanto.
Aggiungere il pomodoro precedentemente tagliuzzato a piccoli pezzi, mescolare, versare l'acqua, salare, coprire e lasciar cuocere a fuoco basso per circa 15 minuti, rimestare. Spegnere e lasciar coperto.
Nel frattempo porre a bollire l'acqua, tuffarci gli gnocchi, appena tornano a galla, ci vorranno pochi minuti, prelevarli con la schiumarola, trasferirli nella padella in cui vi è il condimento, accendere il fornello a fuoco basso, mescolare per qualche secondo delicatamente con la cucchiarella di legno.
Impiattare, aggiungere una manciata di pinoli, del prezzemolo a coriandoli e un po' di pepe.


Che il sole vi baci!